I Pini Giapponesi

Tra le innumerevoli specie di pino orientali, le più usate sono senza ombra di dubbio: P. densiflora, o pino rosso , P. parviflora var.pentaphylla ( chiamato anche Parviflora o pino bianco o pino a cinque aghi ), oltre al P. Nero Thumbergii.

I pini, per via della loro maestosità e bellezza naturale, li possiamo considerare gli imperatori degli alberi. L’antica tradizione giapponese, vuole che sia il pino nero giapponese (thumbergii) nella veste bonsai a rappresentare la figura del guerriero, del samurai. Il pino, con il suo tronco, la sua ramificazione, la sua corteccia, riesce ad esprimere forza, bellezza, armonia e saggezza.

Il pino rosso e bianco sono considerati femminili perché sinuosi ed eleganti, il nero invece maschile perché più austero, irsuto e scaglioso

I Pini sono alberi a foglia aciculare, perenni, che germogliano da piccoli fasci ( brachiblasti ). Il frutto è denominato cono e maturando si disfa lasciando fuoriuscire dei semi alati. Tra l'impollinazione e la fecondazione può passare un anno e la maturazione dei semi richiede come minimo due anni.

Pinus densiflora

(pino rosso giapponese)

Ha gli aghi riuniti a coppie di colore verde chiaro, lunghi dai 5-12 cm.. Pianta più delicata delle altre varietà, predilige ambienti secchi. E’ la controparte del nostro pino silvestre, ed ha la giovane corteccia rossastra.

Pinus parviflora

(pino bianco giapponese)

Si consiglia di lasciare un buon apparato radicale senza ricorrere a drastiche riduzioni. I tempi di fertilizzazione vanno da marzo a giugno e da settembre a novembre, aggiungendo ogni 3-4 mesi, un preparato a base di ferro. L’applicazione del filo va fatta da ottobre a dicembre.

Pinus parviflora var. pentaphylla

(pino a cinque aghi)

 

E’ una varietà del pinus parviflora originario del nord del Giappone dove viene chiamato Goyo- Matsu. In natura raggiunge i 25 m., ha una forma piramidale, gli aghi sono riuniti in ciuffi in numero di cinque da cui trae il nome. Essi sono di colore verde-azzurro, contornati da due strisce di colore resina. Il pentaphilla va esposto all’aperto in un luogo soleggiato e ben ventilato ed in inverno nella nostra regione non necessita di nessuna protezione. La miscela di terriccio è la stessa del Pinus parviflora, ricordando che il ph ottimale del terreno oscilla tra 5,8 e 6.0.

Bisogna ricordare anche che la maggior parte dei pini dipende dalla simbiosi con la micorriza per utilizzare i minerali del terreno, poiché il loro apparato sotterraneo è molto scarso di peli radicali. Nel rinvaso è perciò vantaggioso inseminare il terriccio nuovo aggiungendogli parte della terra originale ricca di funghi benefici presi presso le radici. La parte visibile di questa micorriza si presenta come una muffetta biancastra. Dal forte odore di fungo sembra micelio, le micorrize sono un’associazione tra radici e microrganismi. Le micorrize forniscono forniscono alla pianta ospite soprattutto fosfati e anche altri sali minerali quali nitrati o ammonio e sono importanti per gli alberi che presentano radici con scarsi peli radicali. Le ife fungine (filamento del micelio) delle micorrize aumentano la superficie assorbente della radice e con la loro crescita esplorano una maggiore quantità di terreno alla ricerca di zone non sfruttate.

Nota: Il rame o prodotti a base di rame uccidono il micelio

E' necessaria un’attenta osservazione della pianta e cicliche disinfestazioni per prevenire le patologie e parassiti che potrebbero attaccare. Purtroppo il pino si comporta in modo assai subdolo di fronte alle malattie. Passano sempre almeno 10-20 giorni prima che riveli i segni del malanno che lo ha colpito, questa è la ragione per cui è sempre così difficile guarire un pino malato. I più frequenti malanni sono provocati da errori nella preparazione del terriccio, nella fertilizzazione o nelle annaffiature. Tra i parassiti che più frequentemente attaccano i bonsai di pino vi sono le crittogame, le più pericolose in quanto colpiscono le radici mettendo a repentaglio la vita di tutta la pianta. Grave è l’infezione da Phytophtora e va trattata con Aliette, un prodotto a base di sali d’alluminio. I parassiti animali sono i soliti: l’afide lanigero, che si può prevenire con il Croneton, il temuto ragnetto rosso; e la cocciniglia farinosa è estremamente pericolosa quando libera le giovani neanidi,che microscopiche si annidano tra gli aghi pungendoli e facendoli ingiallire e cadere. Per il trattamento si spruzza una miscela con olio vegetale ed insetticidi. Una cautela, ad esempio, va messa in atto quando si sgemma o si agisce sui germogli. E’ assai elevato il rischio di diffondere una eventuale infestazione da un punto all’altro dell’albero o tra differenti soggetti. Eseguire nel dubbio un trattamento insetticida prima e dopo l’operazione.

Pinus thunbergii

(pino nero giapponese - kuromatsu)

 

E’ la specie più coltivata in Giappone, necessita di terreno asciutto, va esposto in pieno sole, ha una corteccia spessa. Gli aghi sono a paia lunghi 7-18 cm. Odia i concimi *marci * genere pollina o altro gli conviene il concime in pallini tipo biogold o simili che favoriscono la formazione di una micro flora batterica nel terreno

Pinus thunbergii varietà corticosa

 

E’ il più noto cultivar del P. thunbergii, che si fa ammirare per la corteccia sugherosa del tronco. Il pinus corticosa va rinvasato ogni 3-5 (4-7) anni in primavera (maggio-giugno). Crescita molto lenta Ogni 2-3 anni si provvederà alla asportazione completa delle candele. La frequenza delle innaffiature dovrà permettere al terriccio di asciugarsi parzialmente. Anche in questo caso l’applicazione del filo sarà concentrata tra l’autunno e l’inverno. Difficile da legare,il ramo propriamente detto è finissimo e coperto da una corteccia spessa, in genere ha rami tozzi, per cui non si lega perché si potrebbe spezzare con molta facilità.

Potature rigenerative

Riguardo ai pini vi sono differenti tecniche di potatura: quella di struttura e quella rigenerativa. La prima ha caratteristiche estetiche simili a quelle relative alla maggioranza delle altre specie. Diversa è invece la potatura ai fini rigenerativi, che è specifica dei pini e di alcune altre conifere: ha il preciso scopo di provocare o di incrementare la produzione delle nuove gemme sull'albero. Nei pini alla base degli aghi vi è un rudimentale embrione di una nuova gemma, ed è proprio questo che deve essere stimolato. E’ troppo piccolo da scorgerlo ad occhio nudo, occorre un microscopio per renderlo visibile. In condizioni normali, l’embrione rimarrebbe inerte, cadendo con gli aghi. La potatura delle candele e dei germogli è per l’albero una sorta di ferita aperta, alla quale reagisce rilasciando alcune auxine (sostanze organiche), che provocano lo sviluppo a catena di numerosi embrioni di gemme, in gemme vere e proprie su tratti di rami rimasti nudi anche per più anni.

Programma della modellatura del pino a cinque aghi

Per ottenere un bonsai è molto importante saper disporre dell’energia e della forza dell’albero. Energia è intesa come sinonimo di crescita. Lasciando crescere un bonsai liberamente le zone forti tendono a crescere molto a scapito delle deboli. Generalmente la parte alta è la zona più forte perché riceve più sole ed aria, di conseguenza è indispensabile saper distribuire bene la vigoria. Si tratta di un’attività costante, da realizzare durante l’intero periodo vegetativo, dalla primavera all'autunno.

L’oggetto verso il quale vanno rivolti tutti gli sforzi sono i germogli forti. Lasciandoli crescere assorbirebbero tutta la forza dell’albero. Queste operazioni sono da eseguire su un bonsai di cui si sia già deciso lo scheletro di base dei rami primari. Queste tecniche si possono applicare su una pianta che sia in perfetta salute e che abbia recuperato il vigore dal suo primo rinvaso (circa  2-3 anni ),idem per gli esemplari araki, in entrambi i casi che siano stati  ben curati quindi forti. Non si applica quando si fanno forti legature o rinvasi o per i 3 anni successivi se ha subito danni all'apparato radicale. Si fa come programma di infoltimento per circa 4-5 anni  quando  non si fanno altri lavori o si applica altrimenti solo in certe zone troppo forti. Si privilegia di lasciar crescere le gemme da giugno a settembre e si tagliano di 1-2/3 in settembre lasciando una decina degli aghi nuovi nati in giugno. Pizzicare/spezzare le gemme,  levare gli aghi, legare e rinvasare sono operazioni che rallentano e indeboliscono la pianta

Si procede cosi :

Si  divide il pino in 3 zone

-Zona superiore in genere forte

-Zona mediana ... media

-Zona bassa  ...medio debole

Ogni ramo a sua volta ha 3 zone:  forti ,medie e deboli

Forti sono in genere  gli apici esterni del ramo ( molta luce e sole)

Medi quelli  sotto  i forti o più a monte verso il tronco

Deboli quelli interni quindi lenti a sviluppare ricevendo poco sole

Pinzatura delle candele (Aprile- Giugno)

Certe varietà hanno gemme lunghe ed altre a carciofo cortissime quindi non si possono spezzare, si recidono nette in settembre  sui rami forti, si sfoltiscono se troppo ricresciute in gennaio, le restanti si lasciano crescere

Per quelle che si lasciano crescere:

L’epoca più adatta è la fine di aprile-Maggio-Giugno secondo le zone, quando le candele sono lunghe minimo 1-2 cm e gli spuncioni, che formeranno gli aghi lunghi sui 2 millimetri. I nuovi aghi stanno per aprirsi.

(nota: in questo caso é troppo tardi per spezzarle , sono già leggermente lignificate all'interno, si tagliano con  la forbicina facendo ben attenzione o le si lasciano crescere e si tagliano riducendole di 1-2/3 in settembre lasciando pero’ degli aghi nati in giugno quindi 4 mesi prima).

In genere il pentaphylla ha una tendenza a produrre gemme a ruota (cluster) da 2 a 7 gemme, quindi in giugno si eliminano nei rami forti le gemme formatesi nell'estate precedente, quelle troppo forti, cercando di lasciarne 1 o 2 e se sono 2 ben opposte e ben posizionate (non che vadano sotto o dritte verso l’alto o dietro) nei rami di forza media si lasciano tutte e, se vediamo 3 o più gemme, si leva la più forte centrale e se ne lasciano 2 ben posizionate  mentre sui rami deboli  non si toccano si lasciano tutte o 2 in ogni caso

Dunque ricapitolando, nel punto in cui si taglia la candela appaiono germogli che si apriranno l’anno seguente. In primo luogo si pinzano le candele più lunghe, NON si recidono  MAI alla base come sul pino nero

 

e una settimana dopo le rimanenti. Su un albero già formato si lascia solo 1/4 della candela. Su un albero in creazione si può non pinzare affatto, in quest’ultimo caso si applica la potatura dei germogli. In settembre  come detto al punto A) sopra

Potatura dei germogli

(Maggio-Giugno)

La potatura dei germogli si effettua nelle zone forti. L’epoca più adatta è la fine di maggio o l’inizio di giugno, quando gli aghi sono sul punto di aprirsi. Si taglia il germoglio con le cesoie, lasciando 4-5 gruppi di aghi nuovi. E’ molto efficace per ingrossare un ramo e allo stesso tempo mantenerlo folto. Serve anche per regolare la crescita. Su alberi giovani è preferibile potare i germogli piuttosto che le candele.

(in genere il fatto di spezzare le candele è già riduttore per se per cui non è necessario tagliare ancora i rami meglio lasciarli crescere assorbire l’energia estiva e  raccorciare in settembre )

 

Potatura

(Maggio-Giugno)

La potatura è un’operazione complementare alla potatura dei germogli

Con la potatura si dà vigore alle zone interne dell’albero, si ritocca la modellatura della silhouette e si controlla la direzione di crescita dei rami. L’epoca più adatta è dalla fine di maggio all'inizio di giugno. Pur avendo lavorato bene durante la primavera alla fine dell’estate il bonsai presenterà ancora zone forti e zone deboli, quindi in autunno sarà necessario regolare di nuovo la vigoria.

Mentre i lavori primaverili sono rivolti ai rami forti, quelli autunnali sono rivolti a tutti i rami.

Potatura aghi

Contrariamente al pino nero, la corteccia del pino a 5 aghi è delicata e se strappassimo gli aghi vecchi l’albero perderebbe linfa. Si usano perciò le cesoie per tagliare gli aghi dell’anno precedente, lasciando uno o due millimetri di base

( questa operazione si può fare in giugno e avanti sino gli inizi di luglio quando le candele dell’anno in corso si sono aperte, si tagliano tutte quelle dell’anno precedente sui rami forti, le altre cadranno in autunno, questo permette alla  pianta di ricevere luce estiva forte sui rami interni deboli )

L'epoca più adatta è metà settembre, quando gli aghi sono già maturi. Si agisce secondo le zone di vigoria: dai rami deboli non si tolgono gli aghi, dai rami di media vigoria si tolgono solo gli aghi vecchi e da quelli forti, oltre agli aghi vecchi si tolgono qualche ago nuovo.

Eliminazione delle gemme

L’epoca più adatta è metà ottobre. E’ norma generale lasciare solo due gemme su ciascun germoglio. Dai rami forti si tolgono le gemme forti e quelle deboli dai rami deboli. Se si vuole far crescere un ramo non si taglia nessuna gemma. Se si lasciassero tutte le gemme l’anno successivo l’albero sarebbe sgraziato. In inverno si può invece avvolgere e modellare.

Dopo queste operazioni si riuscirà ad equilibrare il vigore vegetativo di tutte le zone dell’albero.

Calendario di lavoro per il Pino Nero

(Pinus thunbergii)

Il fattore più importante per ottenere un buon esemplare bonsai consiste nel bilanciare e suddividere l’energia apportata dalle radici.

Scelta degli aghi

(da Ottobre a Febbraio)

Il bonsai viene suddiviso in tre zone distinte di vigorie. In vista della germogliazione dell’anno successivo è imprescindibile correggere tali differenze effettuando una corretta selezione degli aghi, si eliminano molti aghi dai rami forti,frenandone la vigoria. Dalla zona media si tolgono quasi esclusivamente gli aghi vecchi e dalle zone deboli se ne tolgono pochissimi.

Pinzatura delle candele

(metà Aprile - metà Maggio)

La germogliazione a forma di candela è caratteristica dei pini maturi. Lasciando crescere le candele senza pinzarli i nuovi aghi rimarrebbero molto al di sopra di quelli vecchi. Per pinzare la candela, si tiene la candela con una mano, va spezzata con l’altra lasciando metà o un terzo della lunghezza totale.Il Nero ributta vigorosamente quindi si possono recidere con una forbice le gemme forti alla base da dove escono dal vecchio ramo quando sono circa 1-2 cm lunghe. 10 giorni dopo ne farà molte si sceglieranno le gemme e le più deboli e ben piazzate sui rami FORTI per lasciarle crescere non si toglieranno le  gemme dei rami deboli. Sui rami forti quando le  candele si saranno  aperte e avranno già aghi ben formati e  lunghi 2-3cm si potrà “sfilare”  qualche ago tirandolo con le pinzette o tra 2 dita cosi si diminuisce il vigore di quel germoglio – si può fare su tutti i pini indistintamente ....

Potatura dei germogli

(dalla metà di Giugno alla fine di Luglio)

Le candele dovrebbero essere già aperte formando i primi germogli dell’anno. La potatura di questa germogliazione ha lo scopo di equilibrare le differenze di vigoria. Cominciando dalla parte debole (quella inferiore) intorno alla metà di giugno si taglieranno tutti i germogli deboli dalla base. Una settimana o dieci giorni dopo si taglieranno i germogli deboli della zona di vigoria media. Ancora sette-dieci giorni dopo si elimineranno completamente i germogli forti della parte alta dell’albero.

Eliminazione delle gemme

(fine di Luglio - primi di Agosto)

Dopo la potatura dei germogli, cominceranno a formarsi le gemme per la seconda germogliazione. Alla fine di luglio si elimineranno con le pinze le gemme inutili. Dopo il mese di agosto non si eliminano le gemme. La potatura delle gemme si basa anche in questo caso, sulle tre zone di vigoria. La zona bassa, insieme all'interno della zona centrale e superiore, è debole e pertanto viene lavorata per prima. Dopo la pinzatura delle candele si formeranno cinque o sei gemme, di queste se ne lasciano solo due, eliminando quelle inutili. Per scegliere quali conservare si tiene in considerazione la direzione verso la quale crescerebbero i nuovi germogli che da esse spunterebbero, lasciando quelle che interessano.

 

Tratto da gli appunti del corso tenuto presso il "Napoli Bonsai Club" dal dott. Antonio Acampora

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